Kia Ora!
Vi scrivo da Dunedin e ammetto che la sosta qui non era prevista. La giornata però non è, per usare un eufemismo, delle migliori e il brutto tempo mi ha costretto a cercare un posto dove dormire qui nella costa Est. Ciononostante è stata un'altra giornata incredibile. "Riempiti occhi e cuore" ero sveglio ormai da parecchie ore quando ho ricevuto questo messaggio; è stato come uno sprone, un invito a godermi al massimo anche questa giornata, anche e soprattutto visto il tempo. E così ho fatto, ho cercato di attingere da ogni secondo qualcosa di indimenticabile e, devo ammettere, in questo la Nuova Zelanda aiuta molto con paesaggi mozzafiato - montagne, laghi, l'oceano - e strade che sembrano più una crociera sul paradiso che altro mi hanno accompagnato in ogni singolo chilometro percorso. Tutto è cominciato questa mattina presto, prima di quel bellissimo messaggio. E' iniziata con un tentativo di vedere l'alba a Nugget Point; tentativo non completamente riuscito a causa del maltempo. Ciononostante il panorama era incredibilmente bello, silenzioso e imponente. Il cielo, completamente coperto da nuvole, quasi si fondeva col mare e poi c'era il faro: che belli che sono i fari! Dopo la levataccia e dopo aver liberato la stanza è stata la volta delle Purakaunui Falls. Anche qui lo spettacolo, nelle poche ore di tregua concesse dalla pioggia, è stato unico. Doveva essere il giorno di Tunnel Beach e Moeraki Boulders, ma non lo è stato e forse questo è proprio il bello di questi viaggi. La bellezza dell'imprevisto che ti sorprende e ti costringe ad affrontare le cose in un altro modo, un pò come succede nella vita di tutti i giorni. Per oggi quindi va benissimo così, e per questo non vedo l'ora di iniziare un altro giorno! Vii lascio con due foto fatte in questi luoghi sperando, ancora una volta, che vi facciano sentire come se foste qui! A domani! Gigi
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Kia Ora amici!
Finalmente ci sono. Finalmente sono qui a scrivervi ma finalmente sono arrivato in Nuova Zelanda. Per chi si chiedesse ancora cosa ci faccio dall'altra parte del mondo, rispondo citando un film che guarda caso ho visto proprio in uno dei tanti aerei che ho preso. "non sto scappando via, sto solo volando". Sì, perché è un sogno che diventa realtà. E' passato un solo giorno ma ho già conosciuto tante tante persone; una di queste, la prima in ordine cronologico, ha viaggiato con me fino a Perth, si chiama Mariavittoria. Ci siamo fatti compagnia nelle ore di attese e quelle infinite di volo e poi, come è giusto che sia, ognuno ha preso la propria strada ma sempre col sorriso stampato sulla faccia. Lei verso i bambini che terrà fino a Luglio proprio a Perth io per la terra dei kiwi. E' passato solo un giorno (metà a dire il vero visto che sono arrivato alle 11 a Queenstown) però io e Jake abbiamo già fatto 280 km di macchina. Ora vi scrivo da Kaka Point e domattina ci alziamo presto per vedere, tempo permettendo, l'alba. 280km di puro paradiso. 280km guidando da solo ma 280 km che ora mi permettono di condividere con voi parte della bellezza che ho visto. Ecco un paio di scatti di oggi. A domani, Gigi Sono passati un paio di mesi da quando grazie a tutti voi ho vinto il concorso con la Red Bull.
Sono stati mesi veramente pieni. Pieni di studio, di lavoro e di sogni. Sogni che fra due settimane esatte diventeranno realtà. Per questo ho deciso, in vista delle tante nuove avventure che mi aspettano, di regalarmi una nuova casa. Grafica rinnovata, sezione foto semplificata per renderla più immediata, dominio nuovo ma la stessa entusiasmante passione che credo di aver messo negli ultimi due anni passati insieme. A chi mi chiedeva in questi mesi il perché del sito, il perché della mia voglia di condividere la mia passione, ho sempre risposto allo stesso modo. Credo vivamente che poter mostrare la bellezza che vedo attraverso la mia macchinetta fotografica sia una modalità con cui rendere partecipi gli altri di tale bellezza e, perché no, un modo con cui regalare un sorriso agli altri. Per cui non smetterò, e questa nuova casa sarà comunque il vecchio luogo dove dare vita alle mie passioni. A presto per le prossime news direttamente dalla Nuova Zelanda. #StayTuned Gigi GRAZIE.
Credo che non ci sia parola migliore con cui riassumere tutto ciò che questi 12 giorni sono stati per me. E' iniziato tutto per caso, ma a volte la vita riserva delle sorprese che uno nemmeno può immaginarsi. Scrivere questo post è davvero una delle cose più belle e importanti che possa fare. La storia del concorso ormai credo la conosciate, ma non tutti forse sanno cosa significhi essere arrivati fino a qui. Io studio, mi piace parecchio e mi ritengo fortunato per questo, però ho sempre lasciato aperte le porte alle altre mie passioni. Non mi sono mai negato in questi anni un momento per fare sport, per fare aperitivo con gli amici, per andare sulle "mie" montagne a scattare foto. Non lo ho mai fatto perché credo fermamente che senza tutte queste cose neanche lo studio andrebbe bene e soprattutto perché a casa mi hanno sempre insegnato così, ricordandomi il mio dovere ma non tarpandomi le ali, mai. Né i miei genitori, fantastici tra l'altro, né quelle svalvolate delle mie sorelle. Credo anche, e spero di non risultare presuntuoso, che molto di questo concorso sia merito mio. Non ho smesso di crederci un secondo da quando sono stato selezionato nei primi 15, e ho iniziato a muovermi. Vi ho rotto le scatole per far sì che il mio sogno potesse diventare reale e avete tutti risposto presente. A partire dai miei amici più cari e stretti, passando per quelli dell'università e fino a chi magari non mi aveva mai visto ma ha in qualche modo creduto in me. Un nome su tutti quello di Gigi Datome, al quale sarò sempre grato. E molti altri ancora, Renzo Rosso e tutti quelli che hanno votato. Sono stati 12 giorni incredibili. Unici. Indimenticabili. Conditi da un misto di esaltazione e timore, gioia e tanta tanta gratitudine. Aggiungo solo altre due parole di ringraziamento. Per i ragazzi di Contropiede, questo riconoscimento è anche per loro che mi supportano e sopportano da qualche anno, specialmente Lollo e Andrea. Infine per il fantastico gruppo della Clacson, con cui ho iniziato a lavorare da poco ma sembra ci conosciamo da una vita, e per chi anche dalle "mie" montagne mi ha sempre sostenuto come pochi altri hanno fatto. Per me è una delle occasioni più belle, quindi ragazzi #StayTuned perché non finisce qui. Grazie Mille di cuore Ieri a Misurina si teneva l'unica gara di trail running che comprende il giro completo delle Tre Cime di Lavaredo. La "Tre Cime Experience by Scarpa ®" è però molto più di una semplice gara. E' passione, fatica, sudore. Ma allo stesso tempo spettacolo, entusiasmo e gioia. E' innegabile infatti che il percorso passa attraverso di alcuni dei paesaggi più belli e affascinanti di tutte le Dolomiti. Basterebbero loro, le Tre Cime, come cartolina per comprendere tutto questo. Imponenti e maestose, svettano su tutto il percorso; sono lì come se accompagnassero tutti gli atleti attraverso salite impervie e discese scoscese. Sono lì a scrutare ogni singolo metro di quei 42km che separano l'arrivo dalla partenza; la gioia di avercela fatta dal trepidare dello start. Tre Cime come tre sono i km di ascesa che i partecipanti dovranno compiere lungo la strada. Una strada che, oltre a nascondere ovvie insidie riguardanti difficoltà prettamente tecniche, cela la possibilità di vivere un'esperienza unica, da soli piuttosto che con qualche compagno di viaggio. Perché è vero che è una gara individuale, ma è anche vero che i partecipanti erano più di 300 e che trovare un "amico" con cui fare la fatica era molto facile. Una strada che oltre alle Tre Cime permette di ammirare i Cadini di Misurina che con la loro forma particolare non possono non far incantare la vista. Io ho avuto la possibilità di lavorarci. Ero lungo il percorso nell'ufficio più bello del mondo a fare foto ai corridori. Lavorare in eventi del genere permette di vedere tanto di quell che c'è dietro. Di tutte le persone che si svegliano all'alba, o anche prima, per far si che il giorno della gara sia tutto perfetto. Dai tracciatori, agli organizzatori, dai fotografi ai soccorsi e tutti quei volontari che permettono che tutto vada bene. E' vero, è un "lavoro" particolare, perché un ufficio sotto le Tre Cime di Lavaredo non è da tutti, però è un lavoro che non nasconde la fatica: le levataccie, le ore davanti ai computer, tutti insieme, a sistemare le foto per pubblicarle il prima possibile. La vera differenza che si percepisce è il clima nel quale si lavora, spesso a regnare sono i sorrisi, ci si aiuta e tra una foto e un video c'è spazio anche per le risate. Io sono stato fortunato perché pur non avendo corso ho avuto un'occasione unica che mi ha permesso di conoscere persone fantastiche, alcune come Diego, quasi per caso. Queste foto sono il risultato del lavoro svolto e di quei pochi, ma buoni, scatti che ho avuto la possibilità di fare a tutte le meraviglie che mi circondavano. P.s. Se volete scoprire di più sulla gara, vinta da Gil Pintarelli e Silvia Rampazzo, e vedere ancora più foto vi consiglio di guardare il sito e la pagina Facebook. Website: www.trecimeexperience.com Fb: Misurina Sky Marathon Alla fine rimangono le emozioni. Le emozioni di un weekend unico, pazzesco, favoloso. Un weekend in cui non importa chi eri o cosa facevi l'importante, per una volta, era davvero esserci. Esserci lungo le strade con un pettorale attaccato da qualche parte nei pantaloni o nella maglietta, o esserci, sempre lungo le strade, a supportare, incoraggiare ammirare gli atleti della The North Face ® Lavaredo Ultra Trail e della Cortina Trail. La storia la ho già raccontata per Contropiede, il sito per cui scrivo, nonostante ciò volevo aggiungere due parole, due parole "mie". E' iniziato tutto come un "gioco"; avrei dovuto, in compagnia di Fede, Monica e Cami, fare supporto a Nic e Alex che avrebbero affrontato i 47km della Cortina Trail. L'idea era quella di aspettarli un po' prima di Col Gallina anche per fare un po' di foto. Ben presto mi sono però reso conto che non era un semplice gioco. E' uscito il fotoreporter che forse è in me e tutto il weekend è stato, non solo cercare di supportare Nic, Alex e tutti gli altri atleti, ma un continuo tentativo di trovare il modo migliore per poter raccontare quelle emozioni che la LUT2015 regalava. Le emozioni di vedere gli atleti correre nella notte, quella di dover confrontarsi con la fatica immane, quelle della gioia nel vedere amici e parenti lungo il percorso, quelle di poter tagliare il traguardo mano a mano con la proprio bimba. Qui sotto il lavoro che ne è uscito accompagnato da qualche riga del mio articolo, "Lavaredo Ultra Trail: 119 km di sofferenza, passione e tenacia", per Contropiede, che potete leggere integralmente qui Enjoy It! e... #piuinfraditomenotacchiaspillo La Notte 119 km iniziati la sera di venerdì, alle 23:00. [...] Sono passati solo pochi minuti quando i primi atleti si affacciano sulla prima salita e il gruppone, per quanto folto, non è più compatto come in partenza. I volti sono concentrati, gli occhi, nonostante la stanchezza, si illuminano ogni qual volta scorgono intrepidi tifosi ai bordi della strada. Nell’aria fredda della notte si sentono poche parole, il suono predominante è lo scricchiolio del ghiaino sotto le suole delle scarpe, accanto a ciò inconfondibile è il ticchettio delle racchette sulla strada. Nonostante tutto però qualcuno ha anche la forza di parlare: alcuni atleti parlano tra di loro accordandosi sul passo da tenere, altri invece non risparmiano un “grazie” ai pochi, ma calorosi tifosi presenti a bordo strada. Sanno infatti che dopo questa salita difficilmente, punti di ristoro a parte, troveranno molta gente nella fase notturna della gara. Passano tutti gli atleti e con loro passa anche il calore di quei minuti, passa la luce calda e avvolgente delle torce frontali e il rumore dei passi lascia spazio al silenzio della notte. La partenza della Cortina Trail Nel frattempo le ore passano e si fa mattina, questo evento è una festa e allora c’è modo di fare festa per tutti, o quasi. L’Ultra Trail è un qualcosa di veramente sfiancante, è lungo e per alcuni addirittura eterno, e siccome non tutti riescono o possono affrontarlo, quando sono le 8:00 di sabato ecco che dal centro di Cortina parte un nuovo gruppo di atleti. Sono tantissimi, anche loro più di mille, e si apprestano a vivere la loro giornata di gloria. Per loro il percorso è più breve ma non per questo meno impegnativo. Sono 47 km con un dislivello positivo di 2650 metri. E allora via anche loro, una nuova strada, una nuova avventura e tante tante salite da fare. La salita Il bello di questo sport, il bello di questi eventi è che non si è mai soli, c’è sempre qualcuno con cui correre, c’è sempre una persona davanti che tira per non far fermare un suo “avversario”. C’è sempre qualcuno che fa andare avanti l’amico quando la testa, spesso più volte che le gambe, inizia a remare contro. Perché è proprio la testa uno degli aspetti più strani e affascinanti di queste gare. Le gambe prima o poi cedono, si sfiancano e diventano pesantissime, ma se la testa è focalizzata sull’obiettivo e non pensa al dolore e alla fatica, allora non saranno più 119 o 47 km di sofferenza e basta, ma saranno chilometri sì di fatica, ma anche di passione, tenacia, gioia. Se però la testa non lavora e rema contro, non c’è scampo. Tanti i ritirati perché non ce la facevano più; tanti quelli, anche forti, che hanno dovuto arrendersi di fronte a queste montagne. Tanti anche che però sono riusciti ad andare avanti. Nic e Alex qui l'articolo non c'entra, io però ero lì anche per loro. Gli amici e l'arrivo
Una volta arrivati la festa esplode senza contegno, l’emozione nelle facce degli atleti è veramente tangibile, la si nota negli occhi lucidi per il sudore ma anche per la gioia. La si vede nelle braccia con la pelle d’oca e nelle gambe che, improvvisamente, trovano le ultime forze per poter scattare negli ultimi metri verso il traguardo. Traguardo a cui non importa arrivarci da primi o da ultimi, perché in gare come queste la vera vittoria è arrivare. Vincono tutti, vince l’ultimo che ci ha impiegato 30 ore per fare 119 km o il primo che ci ha messo meno della metà. È una festa grande perché ogni atleta ha vinto la sua sfida personale, ogni atleta che taglia il traguardo è riuscito a instaurare un legame con le montagne in modo da non farsi sconfiggere, e poi aiutato dalla testa, dai volontari, e spinto dai semplici tifosi, è riuscito a terminare quei 119 o 47 km di passione, tenacia e sofferenza. Ho sempre pensato che scrivere sia un'immensa grazia che ci è stata donata. Un dono bello, puro e incredibilmente potente. E' una valvola di sfogo, è un modo come tanti, ma diverso da tutti, per poter dare ampio spazio ai propri pensieri; quelli più semplici ma anche quelli più profondi. Credo vivamente nel valore sociale, personale e appassionante della scrittura. Ci credo perché per me è sempre stato così. Era un po' che dovevo scrivere. Era un po', per meglio dire, che sentivo il bisogno di scrivere. In più mi è tornata in mente una mia amica, una cara amica con cui c'era un legame particolare, sottile. Un legame nato dalle pagine di uno dei libri più grandi che siano mai stati scritti: Delitto e Castigo. Grazie a Dostevskij è nata un'amicizia profonda. Con Vittoria ci si scambiavano idee, scritti, opinioni. L'amore per la scrittura che ho, è sicuramente sbocciato anche grazie al suo apporto. Sono sicuro che Vittoria ora è felice di vedermi scrivere. Inizio, dopo questo "incipit" sentimentale, per raccontarvi quello che sono stati gli ultimi mesi per me. Sono stati mesi belli. Profondamente intensi e incredibilmente entusiasmanti. Sono stati i mesi di #ParoleVersoVail l'ultima rubrica che ho tenuto per Contropiede . E' stato un percorso bello e vivo. Perché non ero solo io e i miei articoli ma è stato un continuo confronto con i ragazzi di Contropiede, con Lollo che si è preso cura di me, facendomi i complimenti quando necessario e non preoccupandosi di "cazziarmi" (in verità erano sempre consigli) per aiutare a migliorare la mia scrittura. (Non volermene per aver utilizzato la prima persona sempre in questo post). E questo vivere il proprio "lavoro" nella certezza che non si è soli ma si cammina insieme rende tutto più semplice. Il buon vecchio Bruce Springsteen in una sua magica canzone dice "cause tramps like us, baby we were born to run" . non dice "I was born to run" ma usa il plurale, perché la vita, in fondo, è un'esperienza che si fa in compagnia. E tutti questi mesi sono stati proprio così. Una grande compagnia che partendo dallo sci si è trovata a parlare di cose fighissime, progetti incredibili che se anche solo si proveranno ad avviare sarà un successo. Per cui dopo questi mesi, grazie Lollo, grazie ragazzi di Contropiede. L'ultimo ringraziamento, a chiudere la stagione di sci di quest'anno e quest'esperienza fatta, lo devo ad una ragazza che ha solo due anni in più di me ma che si è rivelata d'oro. Si chiama Lara, ha vinto un bronzo alle Olimpiadi di Sochi e uno ai Mondiali di Vail. Una campionessa mai sazia, sempre pronta a spronarsi per ottenere di più senza però distruggersi di critiche. Ho avuto, a Cortina, il piacere e l'onore di intervistarla e ne è nato un piccolo, a mio parere, capolavoro. La ringrazio per le parole che mi ha detto anche quando magari non era obbligata a farlo e per la disponibilità e la bellezza delle sue risposte, quasi mai ovvie. Senza la paura di aprirsi anche a domande più personali. In una sua foto su Instagram ha scritto "a volte essere un fratello è ancora meglio che essere un supereroe " (M. Brown) , era da tanto che non leggevo una frase così bella sull'essere un fratello, e dalla sua risposta ad una mia domanda proprio su suo fratello, si è vista tutta la sua sincerità, il suo essere ragazza e sorella ancor prima di atleta. Quindi, con tutto il cuore, grazie Lara. Ora sono pronto per nuove avventure, sono pronto a correre, ma a correre insieme. Aspettando, continuando a vivere, la prossima stagione di sci. Vi lascio con un paio di foto, di Lara, in gara a Cortina, e delle "mie" montagne: le Dolomiti. Gigi Botte Le montagne sono sempre qualcosa di incredibilmente speciale. Lo sono perché guardandole, vivendole, ti senti come un bambino; perché il tuo viso si riempie di quello stupore tipico dei bimbi che crescono scoprendo il mondo che li circonda. Il trucco è quello di vivere col cuore di un bambino ma la testa da adulto. Perché forse è l'unico modo di riuscire a recepire ciò che si vede e, allo stesso tempo, imprimerselo nella testa per poi condividerlo con gli altri. Questi giorni passati tra la montagna e un capodanno con gli amici, e che amici, sono stati pieni di tante cose belle, tante immagini, tanti panorami, tante emozioni. Simili tra loro ma, anche se sembra strano, profondamente diverse. Si perché ogni visione, ogni panorama e di conseguenza ogni foto, ha, alle sue spalle, una storia, un momento che è unico e irripetibile. Dipende dal luogo stesso, banalmente dal meteo e, meno banalmente, dalle persone che ti sono a fianco. In questi giorni ho avuto la fortuna di avere al mio fianco tante persone, da vecchi amici tornati da paesi lontani, ai cugini che hanno ormai famiglia. Dalle sorelle sempre presenti, agli amici con cui ho passato il capodanno, amici vecchi ma sempre più grandi ma anche quelli nuovi che si rivelano di giorno in giorno sempre più interessanti. Il tutto si è trasformato in una serie di foto che vi mostro oggi, diverse tra loro ma piene di colori, luci e, in qualche modo emozioni. Spero, come sempre, che vi piacciano! Gigi Botte Certe settimane iniziano proprio bene. Magari è perché al loro interno contengono un giorno speciale oppure perché ci si sveglia con un panorama mozzafiato piuttosto che con le dolci parole di qualcuno che ti vuole bene. Questa settimana è iniziata e già sapevo che sarebbe stata speciale, o, per meglio dire, lo speravo. E il fatto che ci fosse Natale, non c'entra più di tanto. C'entra più che altro il fatto che ci sono amicizie e Amicizie, che ci sono gite e Gite, che ci sono persone e Persone. Quella di cui vi voglio parlare oggi, è una storia di Amici, di Gite e di Persone. Tutto inizia un lunedì, freddo ma non troppo, di un dicembre "anomalo". Ci si ritrova, la mattina presto, ancora assonnati; due parole al volo proprio per salutarsi e poi tutti in macchina. Due davanti e tre dietro. Inizia il viaggio e, come spesso succede, a rimanere sveglio è solo chi guida (o quasi). La strada la conosce, è la stessa, più o meno, da tanti anni; le persone però sono diverse, sono persone nuove, Amici "vecchi" ma anche nuovi. E così dopo le prime curve e dopo aver passato le prime gallerie, il primo piccolo, grande ed inaspettato regalo. Il cielo si tinge di rosa e, anche i 3 dormiglioni, quasi svegliati da un sentore di bellezza, riescono ad ammirare tanta magia. E' la prima di tante. Davanti infatti li aspettano 2 giorni e mezzo pieni di tante cose belle. Arrivati a destinazione due passi per sgranchirsi un po' le gambe poi la spesa per il pranzo. Si perché sembra che il cibo sia una cosa secondaria, ma non lo è. O meglio, ha una sua importanza e non è indifferente. E così l'autista diventa "cuoco" per 2 giorni. Non è un peso, no. Non lo è per un motivo semplice semplice, cioè che per rendere felici le Persone e gli Amici, a volte basta una parola, uno sguardo, ma anche un buon piatto può avere lo stesso risultato. E, a dirla tutta non il piatto in sé, è piuttosto il fatto che si decida di fare qualcosa per gli altri, il mettersi in cucina ai fornelli, per preparare il pranzo piuttosto che la cena a qualcuno, è un gesto di amore e gratuità che a volte sembra scontato. Perché è banale, ma vuol dire avere a cuore quelle persone. Passa la spesa e passa il pranzo, passa anche la partita a risiko e si arriva alle 17:30, e qui, per la seconda volta in un giorno, la magia. Quella magia che solo la montagna può raccontare, e solo un cielo con le nuvole può rendere tale. Si perché di colpo il cielo si copre di lingue di fuoco, di nuvole colorate di gradazioni di rosso impressionanti, quasi fantastiche per certi versi. E' la seconda magia e, anche in questo caso, tutti sono riusciti a vederla, ammirarla, gustarla come fosse un piatto, il più buono dei piatti. La giornata di conclude con un film, poi, i 5 amici, scappano a letto, il giorno dopo infatti li aspetta una levataccia. La sveglia è presto, la partenza è fissata alle 5:50 e, proprio come il giorno prima, bastano poche parole, un saluto e poco più. Questa volta però il viaggio è breve, 10 minuti di macchina e poi, tutti ben coperti e muniti di torce, si sono incamminati, una pista di sci percorsa a ritroso e, dopo una ventina di minuti, l'arrivo al rifugio. E li, l'attesa. Un filosofo diceva che l'attesa del piacere è essa stessa il piacere, e in parte aveva proprio ragione. Il fatto è che più che piacere c'era, nei cinque assonnati ragazzi, una trepidazione che partiva dai piedi e arriva fino alla testa, quegli occhi tesi all'orizzonte, e a quelle montagne che pian pianino si coloravano. Il cielo coperto inizialmente li spaventa, poi però la terza magia. Il cielo si colora dapprima di rosa, poi di arancione rosso e, in alcuni punti di viola. Quelle nuvole che prima coprivano e incupivano tutto il panorama sembrano che, improvvisamente, abbiano ricevuto vita nuova. Sono loro le vere protagoniste, non sono più cornice tetra ma luce nel buio. E gli occhi dei 5 amici, di rimando, iniziano a roteare, a guardare, pieni di stupore, un vero e proprio miracolo, perché uno spettacolo del genere è un dono che non si dimentica. Passa l'alba, passano i colori, ma non passa lo stupore (e, per molti, neanche il sonno!!), la giornata procede, pranzo, passeggiata, cioccolata calda e cena. Si fanno le cose in grande, è l'ultima serata insieme prima di trascorrere il Natale con le proprie famiglie. La stanchezza che inizia a farsi sentire, non cancella però il sorriso sui volti rossi per il freddo, e la luce in quegli occhi così pieni di colori. Poi la mattina dopo, giorno della partenza, l'autista e il cuoco, va stendere. Esce di casa e boom. Quarta magia in appena 2 giorni. il cielo, che paventa i primi colori di quell'azzurro che lo caratterizza nella giornata, è cosparso di flebili ma vive nuvole di un rosa tenue ma intenso, pacato ma forte che non può non colpire. E' vero, era solo, gli amici dormivano ancora, ed è, anche per questo, che il ragazzo che è andato a stendere prende la macchinetta e fotografa, fotografa perché "Happiness only real when shared" e quindi anche una foto può trasmettere qualcosa, fotografa quel cielo perché in fondo ognuno ha una stella, un angelo che da lassù lo guarda e lo protegge e quindi è giusto ricordarselo, anche con una semplice foto. Fotografa, perché in fondo, certe emozioni non si scrivono e non si dicono: si vivono. Gigi Botte
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