Certe settimane iniziano proprio bene. Magari è perché al loro interno contengono un giorno speciale oppure perché ci si sveglia con un panorama mozzafiato piuttosto che con le dolci parole di qualcuno che ti vuole bene. Questa settimana è iniziata e già sapevo che sarebbe stata speciale, o, per meglio dire, lo speravo. E il fatto che ci fosse Natale, non c'entra più di tanto. C'entra più che altro il fatto che ci sono amicizie e Amicizie, che ci sono gite e Gite, che ci sono persone e Persone. Quella di cui vi voglio parlare oggi, è una storia di Amici, di Gite e di Persone. Tutto inizia un lunedì, freddo ma non troppo, di un dicembre "anomalo". Ci si ritrova, la mattina presto, ancora assonnati; due parole al volo proprio per salutarsi e poi tutti in macchina. Due davanti e tre dietro. Inizia il viaggio e, come spesso succede, a rimanere sveglio è solo chi guida (o quasi). La strada la conosce, è la stessa, più o meno, da tanti anni; le persone però sono diverse, sono persone nuove, Amici "vecchi" ma anche nuovi. E così dopo le prime curve e dopo aver passato le prime gallerie, il primo piccolo, grande ed inaspettato regalo. Il cielo si tinge di rosa e, anche i 3 dormiglioni, quasi svegliati da un sentore di bellezza, riescono ad ammirare tanta magia. E' la prima di tante. Davanti infatti li aspettano 2 giorni e mezzo pieni di tante cose belle. Arrivati a destinazione due passi per sgranchirsi un po' le gambe poi la spesa per il pranzo. Si perché sembra che il cibo sia una cosa secondaria, ma non lo è. O meglio, ha una sua importanza e non è indifferente. E così l'autista diventa "cuoco" per 2 giorni. Non è un peso, no. Non lo è per un motivo semplice semplice, cioè che per rendere felici le Persone e gli Amici, a volte basta una parola, uno sguardo, ma anche un buon piatto può avere lo stesso risultato. E, a dirla tutta non il piatto in sé, è piuttosto il fatto che si decida di fare qualcosa per gli altri, il mettersi in cucina ai fornelli, per preparare il pranzo piuttosto che la cena a qualcuno, è un gesto di amore e gratuità che a volte sembra scontato. Perché è banale, ma vuol dire avere a cuore quelle persone. Passa la spesa e passa il pranzo, passa anche la partita a risiko e si arriva alle 17:30, e qui, per la seconda volta in un giorno, la magia. Quella magia che solo la montagna può raccontare, e solo un cielo con le nuvole può rendere tale. Si perché di colpo il cielo si copre di lingue di fuoco, di nuvole colorate di gradazioni di rosso impressionanti, quasi fantastiche per certi versi. E' la seconda magia e, anche in questo caso, tutti sono riusciti a vederla, ammirarla, gustarla come fosse un piatto, il più buono dei piatti. La giornata di conclude con un film, poi, i 5 amici, scappano a letto, il giorno dopo infatti li aspetta una levataccia. La sveglia è presto, la partenza è fissata alle 5:50 e, proprio come il giorno prima, bastano poche parole, un saluto e poco più. Questa volta però il viaggio è breve, 10 minuti di macchina e poi, tutti ben coperti e muniti di torce, si sono incamminati, una pista di sci percorsa a ritroso e, dopo una ventina di minuti, l'arrivo al rifugio. E li, l'attesa. Un filosofo diceva che l'attesa del piacere è essa stessa il piacere, e in parte aveva proprio ragione. Il fatto è che più che piacere c'era, nei cinque assonnati ragazzi, una trepidazione che partiva dai piedi e arriva fino alla testa, quegli occhi tesi all'orizzonte, e a quelle montagne che pian pianino si coloravano. Il cielo coperto inizialmente li spaventa, poi però la terza magia. Il cielo si colora dapprima di rosa, poi di arancione rosso e, in alcuni punti di viola. Quelle nuvole che prima coprivano e incupivano tutto il panorama sembrano che, improvvisamente, abbiano ricevuto vita nuova. Sono loro le vere protagoniste, non sono più cornice tetra ma luce nel buio. E gli occhi dei 5 amici, di rimando, iniziano a roteare, a guardare, pieni di stupore, un vero e proprio miracolo, perché uno spettacolo del genere è un dono che non si dimentica. Passa l'alba, passano i colori, ma non passa lo stupore (e, per molti, neanche il sonno!!), la giornata procede, pranzo, passeggiata, cioccolata calda e cena. Si fanno le cose in grande, è l'ultima serata insieme prima di trascorrere il Natale con le proprie famiglie. La stanchezza che inizia a farsi sentire, non cancella però il sorriso sui volti rossi per il freddo, e la luce in quegli occhi così pieni di colori. Poi la mattina dopo, giorno della partenza, l'autista e il cuoco, va stendere. Esce di casa e boom. Quarta magia in appena 2 giorni. il cielo, che paventa i primi colori di quell'azzurro che lo caratterizza nella giornata, è cosparso di flebili ma vive nuvole di un rosa tenue ma intenso, pacato ma forte che non può non colpire. E' vero, era solo, gli amici dormivano ancora, ed è, anche per questo, che il ragazzo che è andato a stendere prende la macchinetta e fotografa, fotografa perché "Happiness only real when shared" e quindi anche una foto può trasmettere qualcosa, fotografa quel cielo perché in fondo ognuno ha una stella, un angelo che da lassù lo guarda e lo protegge e quindi è giusto ricordarselo, anche con una semplice foto. Fotografa, perché in fondo, certe emozioni non si scrivono e non si dicono: si vivono. Gigi Botte
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