Ho sempre pensato che scrivere sia un'immensa grazia che ci è stata donata. Un dono bello, puro e incredibilmente potente. E' una valvola di sfogo, è un modo come tanti, ma diverso da tutti, per poter dare ampio spazio ai propri pensieri; quelli più semplici ma anche quelli più profondi. Credo vivamente nel valore sociale, personale e appassionante della scrittura. Ci credo perché per me è sempre stato così. Era un po' che dovevo scrivere. Era un po', per meglio dire, che sentivo il bisogno di scrivere. In più mi è tornata in mente una mia amica, una cara amica con cui c'era un legame particolare, sottile. Un legame nato dalle pagine di uno dei libri più grandi che siano mai stati scritti: Delitto e Castigo. Grazie a Dostevskij è nata un'amicizia profonda. Con Vittoria ci si scambiavano idee, scritti, opinioni. L'amore per la scrittura che ho, è sicuramente sbocciato anche grazie al suo apporto. Sono sicuro che Vittoria ora è felice di vedermi scrivere. Inizio, dopo questo "incipit" sentimentale, per raccontarvi quello che sono stati gli ultimi mesi per me. Sono stati mesi belli. Profondamente intensi e incredibilmente entusiasmanti. Sono stati i mesi di #ParoleVersoVail l'ultima rubrica che ho tenuto per Contropiede . E' stato un percorso bello e vivo. Perché non ero solo io e i miei articoli ma è stato un continuo confronto con i ragazzi di Contropiede, con Lollo che si è preso cura di me, facendomi i complimenti quando necessario e non preoccupandosi di "cazziarmi" (in verità erano sempre consigli) per aiutare a migliorare la mia scrittura. (Non volermene per aver utilizzato la prima persona sempre in questo post). E questo vivere il proprio "lavoro" nella certezza che non si è soli ma si cammina insieme rende tutto più semplice. Il buon vecchio Bruce Springsteen in una sua magica canzone dice "cause tramps like us, baby we were born to run" . non dice "I was born to run" ma usa il plurale, perché la vita, in fondo, è un'esperienza che si fa in compagnia. E tutti questi mesi sono stati proprio così. Una grande compagnia che partendo dallo sci si è trovata a parlare di cose fighissime, progetti incredibili che se anche solo si proveranno ad avviare sarà un successo. Per cui dopo questi mesi, grazie Lollo, grazie ragazzi di Contropiede. L'ultimo ringraziamento, a chiudere la stagione di sci di quest'anno e quest'esperienza fatta, lo devo ad una ragazza che ha solo due anni in più di me ma che si è rivelata d'oro. Si chiama Lara, ha vinto un bronzo alle Olimpiadi di Sochi e uno ai Mondiali di Vail. Una campionessa mai sazia, sempre pronta a spronarsi per ottenere di più senza però distruggersi di critiche. Ho avuto, a Cortina, il piacere e l'onore di intervistarla e ne è nato un piccolo, a mio parere, capolavoro. La ringrazio per le parole che mi ha detto anche quando magari non era obbligata a farlo e per la disponibilità e la bellezza delle sue risposte, quasi mai ovvie. Senza la paura di aprirsi anche a domande più personali. In una sua foto su Instagram ha scritto "a volte essere un fratello è ancora meglio che essere un supereroe " (M. Brown) , era da tanto che non leggevo una frase così bella sull'essere un fratello, e dalla sua risposta ad una mia domanda proprio su suo fratello, si è vista tutta la sua sincerità, il suo essere ragazza e sorella ancor prima di atleta. Quindi, con tutto il cuore, grazie Lara. Ora sono pronto per nuove avventure, sono pronto a correre, ma a correre insieme. Aspettando, continuando a vivere, la prossima stagione di sci. Vi lascio con un paio di foto, di Lara, in gara a Cortina, e delle "mie" montagne: le Dolomiti. Gigi Botte
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